La musica di Elisabetta Maulo e Piergiorgio Pirro può essere descritta come una sorta di contemporaneo jazz da camera influenzato dalla prima musica jazz. E’ a volte minimalista, a volte orchestrale, focalizzato su aspetti come il suono terroso e blues della prima era del jazz, il suo approccio ritmico unico e l’uso della polifonia negli arrangiamenti. A fianco delle loro composizioni originali, il Duo suona la musica di compositori come George W. Thomas, Spencer Williams, W. C. Handy, Fats Waller, Billy Strayhorn, e fanno incursioni in altri territori come i songbooks americani e brasiliani e i grandi autori italiani del passato.
Hanno cominciato a collaborare nel 2011 nella formazione di Duo piano e voce, lavorando con un repertorio del jazz degli anni 20 e 30 e subito iniziando a comporre il loro personale genere. Questa transizione è documentata nell’album “Early”
Categoria: cotton club
Grande Soirée Cotton Club Francesca Della Puppa Quartet
Il progetto musicale è un tributo alla cantante e pianista americana Blossom Dearie. I brani scelti e riarrangiati, ripercorrono la carriera della longeva artista, morta nel 2009 a 85 anni. Alcuni brani sono tratti dal suo songbook, altri sono brani che rese famosi o dedicati a lei. Tra le sua varie attività artistiche, Blossom Dearie fondò una propria etichetta discografica, che le ha permesso di avere il pieno controllo della registrazione e della distribuzione dei suoi album, dimostrando di essere una donna all’avanguardia, coraggiosa e tenace. La sua voce era definita “Light and girlish”, a cui univa il suo modo di cantare all’insegna del “less it’s better”. Si esibì e registrò dischi anche in Inghilterra e in Francia, dove arrangiò musica per l’ensemble vocale The Blue Stars. La musica di Blossom trasudava una certa eleganza frizzante, un ingegno veloce. Il suo era il tipo di jazz che si sarebbe potuto immaginare nei film di Woody Allen. Miles Davis era un suo fan e la definì, in modo ironico, “l’unica donna bianca che avesse mai avuto un’anima”. Blossom Dearie fu chiamata anche la “singer’s singer”, colei che eccelleva nella re-interpretazione di brani non suoi. Amava scegliere, per il suo repertorio, brani jazz che non fossero famosi o troppo suonati, e dava spazio ad un senso ironico e auto-ironico che ha reso uniche le sue performance. Originale di nome e di fatto, ha trovato una sua identità precisa, nel panorama jazzistico dagli anni 50 in poi, alla quale è rimasta fedele per tutta la sua carriera. Ha inciso più di 30 album che includono brani di sua composizione e brani tra i cui autori vi sono George e Ira Gershwin, Richard Rodgers, Bob Haymes, Cole Porter, Cy Coleman, Michel Legrand, Johnny Mercer, Jerome Kern, Duke Ellington, Dave Frishberg.
Dress Code anni 20
abito scuro per i Gentiluomini
abito lungo da Gran Sera per le Signore
Grande Soirée Cotton Club The Twisters with Alice Violato
“Arise” (2018) è il nuovo album di TwA e la migliore definizione del gusto della band secondo la loro idea di libertà e creatività. Nel crogiolo di storie vere con cheaters, assassini e la vita digitale della società contemporanea;
Open act con Nick & Jack Duo Blues/Rock chitarre e voce
dress code evening dress roaring 20s
The Twisters with Alice Violato (Rovigo-Padova) sono un gruppo contaminato da blues, funky e soul con tre dischi all’attivo e dodici anni di storia. La formazione svolge un’intensa attività live e nel corso degli anni ha collezionato numerose presenze in festival di settore in tutta Italia e all’estero.
Nel 2016 approdano al Pistoia Blues nella serata del 10 Luglio direttamente in programma con i grandi nomi del Blues internazionale di Brian Auger, Lucky Peterson e James Taylor Quartet. Già nel 2014 si erano fatti conoscere a Pistoia, partecipando al contest Obiettivo Bluesin, che li aveva portati ad entrare nel cartellone ufficiale del festival. Nel 2016 hanno presentato alcuni brani originali tratti dal loro ultimo album MusicOdyssey e un inedito che anticipa l’uscita del nuovo disco prevista per il 2017.
La band che affonda le sue radici nella tradizione blues propone uno show carico di groove dove sfavillano i soli alla chitarra elettrica di Paolo Bacco e all’organo hammond di Claudio Lupo. La collaudatissima sessione ritmica è composta da Nick Muneratti al basso e Matteo Coassin alla batteria, mentre Alice Violato calca il palco con la sua ineguagliabile grinta e la sua graffiante voce nera.
L’album ‘MusicOdyssey’, pubblicato nel 2014, contiene dieci pezzi originali ed eterogenei che come sabbia sottile e volubile, si spostano e prendono forma secondo la direzione del vento, alla ricerca di emozioni e ricordi, costantemente sospinti dalla voglia di esplorare nuovi lidi stilistici ed espressivi. ‘MusicOdyssey’ asseconda la necessità di sviluppare forma e stile sulla base delle emozioni intrinseche al brano; da questo concetto ne è scaturito un poliedrico quadro che, per varietà stilistica e temi affrontati, si spinge oltre ai precedenti lavori del gruppo: ‘No Ordinary Blues’ (2011) e ‘Blowin’ the Blues Everywhere’ (2007), è stato tratto il videoclip «Down That Road» disponibile anche su YouTube. Il video di ispirazione Tarantiniana è ambientato negli anni ’30 in una desolata ed insidiosa campagna. “Down That Road”, è la metafora dell’audace dalla volontà furiosa e imperterrita e di una strada che lo conduce al punto di non ritorno. Anche a costo di far patto col diavolo, la prerogativa è di arrivare fino in fondo e compiere la propria volontà.
“Arise” (2018) è il nuovo album di TwA e la migliore definizione del gusto della band secondo la loro idea di libertà e creatività. Nel crogiolo di storie vere con cheaters, assassini e la vita digitale della società contemporanea;
Nick & Jack
concertista – open Act
Giovanissimo Duo veneziano che sta iniziando ad avere un caloroso riscontro di pubblico nei loro concerti presso le serate live al Generator di Venezia.
Nick giovane cantante, chitarrista, songwriter veneziano. Dotato di qualità canore particolari che riportano il cuore a grandi come Elvis Presley. Nick con la sua voce potente trascina il pubblico nelle rivisitazioni del Duo di grandi brani blues e rock della storia.
Jack è un giovanissimo chitarrista. Riceve la sua prima chitarra acustica a Natale già adolescente e non se ne separa mai più!
Innamorato della chitarra, quando sente Hotel California degli Eagles, compra la sua prima chitarra elettrica.
Si avvicina allo strumento sotto le influenze rock di David Gilmour e Gary Moore e quelle blues di Stevie Ray Vaughan, Albert King e Mark Knopfler.
Studia e si esercita da autodidatta.
Fonda la Oikonosis Band ed è prima chitarra dei The Strangers di Venezia.
Appassionato dello strumento e dei suoi segreti anche dal lato costruttivo, disegna e costruisce da solo le sue chitarre elettriche.
Debutta sul palco dello Strings Theory Music Camp 2019 affiancando la The Chris Horses Band riscuotendo molto apprezzamento tra il pubblico nel concerto del 7 settembre grazie alla sensibilità della Band verso i giovani talenti.
Grandes Soirées Cotton Club
Grandes Soirées COTTON CLUB
Eventi a tema, atmosfere dei ruggenti anni ’20 con serate di Grand Galà in costume. Degustazioni di prodotti locali di eccellenza, concerti di artisti di grande livello e collegamento alla pista ciclabile Adige-Po.
Dress code
Gran Galà in costume, è richiesto abbigliamento dell’epoca.
abito scuro per i Gentiluomini
abito lungo da gran sera per le Signore
Siamo entrati nel 2020 e 100 anni fa iniziavano i “Ruggenti anni venti” che dettero il via a una trasformazione sociale e culturale fondamentale per i diritti e per l’evoluzione del costume e della musica. Quest’anno si celebra, infatti, il centenario della prima incisione di Blues cantato da un artista afroamericano, già questo basterebbe come evento da celebrare, ma vogliamo rilevare che quell’artista afroamericano che nel 1920 vendette milioni di copie col disco Crazy Blues per l’Okeh Records era una donna: Mamie Smith!
Anche un altro grande artista afroamericano negli anni ’20 a New York riuscì con la sua arte a infrangere un muro: Duke Ellington fu il compositore più importante del famoso Cotton Club che noi tutti ricordiamo per la sua affascinante atmosfera, il Cotton club in realtà era un vero baluardo della discriminazione. In questo locale tutta la scenografia e gli arredamenti lussuosissimi avevano il tema dell’Africa e i neri erano i servitori e gli artisti con la clausola rigidissima di non potersi mescolare ai bianchi. Il pubblico era l’alta società bianca che andava ad assistere a spettacoli con musicisti e ballerine neri. Duke Ellington non si ribellò direttamente a questa situazione, bensì la usò a vantaggio proprio e degli afroamericani creando questo genere musicale inconfondibile che era la voce dei neri oppressi portati ad altezza artistica sofisticata rompendo la barriera della possibilità di vita promiscua tra bianche e neri nella musica e da lì l’America bianca non poté più relegare la musica degli afroamericani ai loro luoghi nascosti.